L’idea di dar vita a un sito dedicato in via esclusiva alle tematiche penitenziarie nasce unitamente al progetto di creare una banca dati della giurisprudenza di merito (per una sintetica illustrazione di questa iniziativa leggi qui). All’originario intento di farne semplicemente il punto di accesso alla raccolta sistematica delle decisioni della magistratura di sorveglianza, si è ben presto affiancata, infatti, l’esigenza di non ridurlo semplicemente ad “area di transito”. Nè, d’altra parte, ci attraeva la prospettiva di dar vita all’ennesima rivista on line: il web è attualmente popolato di siti che ospitano dottrina molto qualificata e, quindi, capaci di garantire l’apporto di contributi scientifici di altissima qualità: non avrebbe avuto alcun senso provare a ritagliarsi uno spazio, laddove già esiste un presidio dogmatico di così pregevole livello. Nella nostra prospettiva, dunque, il sito si propone, non tanto come un luogo di riflessione e di approfondimento, da un punto di vista dogmatico, del diritto penitenziario, quanto piuttosto come posto vocato primariamente all’informazione: in un settore in cui si concentrano in maniera quasi sfrenata l’attivismo del legislatore e una produzione giudiziaria fra le più rigogliose (anche) da parte della Alte corti, coltiviamo l’ambizione di garantire un aggiornamento costante per tutti coloro che, a vario titolo, si trovino ad avere a che fare con la normativa penitenziaria. Vogliamo contribuire, così, a tenere accesi i riflettori sul mondo carcerario, impegnandosi a raccogliere – ancorché da un punto di vista rigorosamente giuridico - la sollecitazione di Calamandrei, quando, in occasione di un famoso intervento presso la Camera dei deputati nel 1948, ebbe a denunciare il fatto che <<il pubblico – compresi quei deputati che non hanno avuto l’onore di sperimentare la prigionia – non sa abbastanza che cosa siano certe carceri>> e invitando i colleghi, per l’appunto, a: <<Vedere! [perché] questo è il punto essenziale>>.
Con ciò, vorremmo dar vita a un sito che, anzitutto, sia in grado di dar conto – con quella agilità e tempestività che è propria del “blog” – delle notizie che di volta in volta si presentino all’ordine del giorno. Un luogo, perciò, dove ci si propone di rendere note le pronunce emesse nella materia de qua dalle Corti supreme (il Giudice delle leggi, la Cassazione e la Corte europea dei diritti dell’uomo); di illustrare le iniziative parlamentari e, in senso lato, istituzionali (con uno sguardo puntato anzitutto sulle sedi sovranazionali (Consiglio d’Europa e UE in primis)) che coinvolgano il diritto penitenziario; dove ci sarà posto per la segnalazione di pubblicazioni scientifiche e per l’annuncio di convegni, incontri, dibattiti ecc. Ma, anche un luogo dove sia possibile porre all’attenzione di studiosi e operatori questioni di attualità, sollecitando riflessioni e suggerendo chiavi di lettura circa quelle vicende che con cadenza quasi quotidiana alimentano il c.d. diritto vivente. Dunque, un “blog”; che non si limiti, però, a informare e, più in generale, a raccogliere, mettere nella giusta evidenza e organizzare “notizie” provenienti dalle fonti più disparate che abbiano a che fare la disciplina penitenziaria, ma che sia anche aperto a contributi di carattere teorico, purché di “dimensioni” quanto più possibile contenute. Da questo punto di vista, avremmo immaginato, in effetti, di accogliere interventi agili, che, senza assumere la conformazione “pesante” del saggio dottrinale, bensì, strutturati secondo lo stile degli editoriali, si propongano anche solo di esporre alcune considerazioni su temi “caldi”, di appuntare lo sguardo su una situazione contingente, ma reputata paradigmatica, ovvero di fare il punto su questioni scarsamente o per niente esplorate in sede teorica o giurisprudenziale, nell’intento, magari, non tanto di offrire soluzioni, ma semplicemente di stimolare la discussione all’interno della comunità degli studiosi e della magistratura. A questa visione delle cose risponde anche l’idea di dedicare un apposito spazio alle decisioni che tribunali e magistrati di sorveglianza vorranno segnalarci. Ferma restando, invero, la nostra convinzione circa l’opportunità (e, per certi versi, la necessità) di progettare una banca dati in grado di ospitare e catalogare in maniera sistematica la produzione giurisprudenziale resa su un ambito territoriale quanto più esteso possibile, è parso opportuno predisporre un luogo dove ospitare decisioni selezionate, che gli stessi magistrati reputino meritevoli di essere condivise sul web. L’idea è quella di promuovere un flusso di informazioni in grado di superare le difficoltà che normalmente incontra la circolazione delle decisioni assunte dalla magistratura di sorveglianza anche a causa della peculiare frammentazione degli Uffici sul territorio e della esiguità dei relativi organici. Vorremmo contribuire, in questo modo, a soddisfare un’esigenza che ci è stata evidenziata in più occasioni dagli stessi giudici: appagare, cioè, la “fame” di un osservatorio sulla giurisprudenza di sorveglianza, che possa dar conto di quanto di più complesso, innovativo e controverso si trovi a decidere, di volta in volta, il singolo tribunale o il magistrato. Dovrebbe prendere corpo, così, un database dai contenuti molto più ridotti rispetto alla banca dati, perché destinato a fare spazio non a ciò che normalmente è oggetto di decisione, ma esclusivamente ai provvedimenti che ciascun ufficio reputi meritevoli di essere condivisi sul web.