Lo scorso 8 agosto il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) ha varato le
linee guida per contrastare il drammatico fenomeno dei suicidi in carcere, che proprio in
questi ultimi tempi non solo non sembra arrestarsi, ma sta conoscendo un significativo
incremento. É di ieri la notizia dell’ennesimo suicidio consumatosi il 2 agosto all’interno della
casa circondariale di Montorio, nel Veronese. Donatella, detenuta di soli 27 anni, si è uccisa
inalando il gas di un fornelletto, raggiungendosi così la quota di 5 suicidi in 7 giorni.
(Per un’analisi più esaustiva circa la portata del fenomeno, se si vuole, si veda ivi il mio
precedente contributo «Suicidi in carcere: uno ogni cinque giorni»).
L’obiettivo della circolare n° 3695/6145 prot. 0302875.U «Iniziative per un intervento
continuo in materia di prevenzione delle condotte suicidiarie delle persone detenute» –
almeno sulla carta – è quello di rinnovare, anche con il coinvolgimento delle Autorità sanitarie
locali, gli strumenti di intervento, nella specie quelli preventivi.
Nella circolare si legge «Il Dipartimento, i Provveditorati regionali e gli Istituti penitenziari
siano tutti coinvolti, in una prospettiva di rete, per la prevenzione delle condotte suicidarie
delle persone detenute».
La circolare, firmata dal capo Dap dott. Carlo Renoldi, anzitutto esorta i Provveditori a
verificare, se nei distretti di competenza, siano stati stipulati i Piani regionali di prevenzione.
E ciò, ove questi manchino, al fine di sollecitarne la loro approvazione.
Nel caso in cui invece detti Piani siano esistenti – si legge nella circolare – «si rende necessario
che i Provveditori verifichino se essi siano in linea con le previsioni del «Piano nazionale per
la prevenzione delle condotte suicidiarie nel sistema per gli adulti», pubblicato in data 27
luglio 2017 a cura della Presidenza del Consiglio – Conferenza Unificata.
All’interno di ciascun istituto penitenziario l’attività di prevenzione sarà rimessa ad uno staff
multidisciplinare che, mettendo insieme diverse professionalità e competenze, rappresenta la
sede ottimale per un’analisi congiunta delle situazioni a rischio, al fine di individuare dei
protocolli operativi in grado di far emergere i casi cc.dd. sentinella. Quei fatti o quelle
specifiche circostanze sintomatiche di una condizione di disagio della persona detenuta e che
– come si legge nella circolare – «possono essere intercettate da componenti dell’Ufficio
matricola, dai funzionari giuridico-pedagogici, dal personale di Polizia Penitenziaria operante
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nei reparti detentivi, dagli assistenti volontari, dagli insegnanti» ed essere rivelatori del
rischio di un successivo gesto estremo.
A tal fine il Capo del Dap invita i Provveditori a rivolgere una particolare attenzione alla
formazione specifica – attraverso cicli di incontri a livello sia centrale che periferico – di tutti
coloro che, a vario titolo, partecipano della presa in carico delle persone detenute.
Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria allora individua nella prevenzione – e del
resto non si vede come potrebbe farsi altrimenti – e nell’approccio multidisciplinare gli
strumenti più efficaci per contrastare il fenomeno. In tal senso si è espresso – proprio alla
vigila della pubblicazione delle linee guida in commento – Mauro di Palma, Presidente
dell’Autorità Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale, per
il quale «non basta la sorveglianza, non è sufficiente mettere un agente penitenziario davanti a
ogni cella, perché non puoi vigilare su tutto e tutti». (si veda V. SPAGNOLO. L’intervista. Carceri,
altri 5 suicidi in 7 giorni. Il Garante: dobbiamo arrivare prima su www.avvenire.it).
Di seguito:
Circolare 8 agosto 2022 – Iniziative per un intervento continuo in materia di prevenzione
delle condotte suicidiarie delle persone detenute – n° 3695/6145 prot. n° 0302875.U
A cura di Giulia Vagli