“Scritti dal carcere. Poesie e prose. Bobby Sands”, a cura di Riccardo Michelucci e Enrico Terrinoni

Scritti dal carcere”, così si chiama il libro, a cura di Riccardo Michelucci e Enrico Terrinoni, contenente la prima traduzione italiana, in oltre 200 pagine, delle prose e delle poesie inedite scritte da Bobby Sands, attivista e rivoluzionario nordirlandese, deceduto in carcere il 5 maggio 1981 dopo 66 giorni di sciopero della fame.

A 39 anni dalla morte, vengono tradotti per la prima volta in italiano tutte le poesie e le pagine di prosa che, durante la prigionia nei blocchi H di Long Kesh a Belfast, Sands compose scrivendo su carta igienica e cartine di sigarette, usando una ricarica di penna a biro che teneva nascosta nel suo corpo. I suoi scritti, in questa versione inedita, rappresentano una raccolta di grandissimo spessore, soprattutto per la testimonianza storica di condizioni di detenzione disumane. Ma ci rivelano, altresì, la personalità di Sands, la sua passione per la letteratura e la storia, il suo carisma ed il suo amore per la libertà; descrivendo straordinariamente tutta la tenacia di un ribelle acuto, lucido e inflessibile e allo stesso tempo un giovane uomo dotato di una inestimabile sensibilità umana e poetica, oltre che di un senso morale altissimo che lo porterà in assoluta consapevolezza a scegliere di morire.

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La Corte ha ritenuto che le autorità turche non siano riuscite a trovare a fair balance fra gli interessi che si contrapponevano in questa vicenda, cioè, da una parte, security and order in prison e, dall’altra, the applicant’s right to freedom of collective worship. In particolare, i giudici di Strasburgo rimproverano all’amministrazione penitenziaria di aver omesso an individualised assessment of the case - così da verificare, per esempio, se il ricorrente fosse o meno a high-risk inmate o se un assembramento di detenuti per la preghiera del venerdì would pose any more of a security risk than their gathering for other activities - nonché di aver rinunciato a esplorare la praticabilità di altre soluzioni per l’individuazione di locali adatti a soddisfare la richiesta avanzata dal detenuto.…

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16 Giugno 2022

A cura di Michelangelo Taglioli e Stefano Colletti (Università di Pisa)
La Cassazione richiama il Tribunale di sorveglianza al rispetto della circolare D.A.P.: non può essere trascurato il parere della DDA ai fini dell’autorizzazione al colloquio telefonico.

Il necessario bilanciamento tra esigenze securitarie e tutela dei diritti fondamentali rende ineludibile il parere della DDA che, seppur se non vincolante, deve essere tenuto in considerazione, in quanto giova ad un esame quanto più completo possibile della vicenda in cui si colloca l'esercizio del diritto al colloquio che, in ragione della particolare situazione del soggetto con cui effettuarlo, deve misurarsi con le contrapposte esigenze di sicurezza.

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15 Febbraio 2022

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